2006 XXX° Convegno di Studi

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI – DIREZIONE GENERALE DELLO SPETTACOLO DAL VIVO – DIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI GLI ISTITUTI CULTURALI E L’EDITORIA

XXX Convegno Internazionale

LIBIDINE DEI POTENTI E ANGOSCIA DEI VINTI. DRAMMATURGIA DELLA CRISI ALLA FINE DEL RINASCIMENTO

Roma, 5-8 ottobre 2006

CENTRO STUDI SUL TEATRO MEDIOEVALE E RINASCIMENTALE

 

PROGRAMMA

Giovedì 5 ottobre

Ore 10.00

Introduzione del prof. FEDERICO DOGLIO Presidente del Centro Studi

DARIO DEL CORNO (Università di Milano), Un’epigrafe di infamia per i Greci. Le Troiane di Euripide fra l’orrore per i vincitori e l’infa­mia per i Greci.

GIORGIO PADUANO (Università di Pisa), Tiranni e vittime nel teatro di Seneca.

Ore 15.30

Stage: Donne perseguitate nella storia politica fra ‘5 e ‘600 di

SOFIA GAJANO BOESCH (Università di Roma) e STEFANIA PASTORE (Università di Roma)

FRANCESCOLA BRASCA (Università di Tours), Reflets contr-réformistes dans la tragédie ita­lienne du XVIe siècle.

CHRISTIAN BIET (Università di Paris X), Humiliation et drammaturgie dans le théâtre de la cruautè française des années 1590-1620. L’exemple de Nicolas Chrétien des Crois.

Venerdì 6 ottobre

Ore 10.00

Seminario: Nobili donne vittime della violenza

GIOVANNA CASERTA presenta scene dalla “Sofonisba” di G. G. Trissino.

MASSIMO FUSILLO (Università di Roma), Vittime illustri delle letterature antiche rivisi­tate da autori moderni.

ADRIANO PROSPERI (Università di Pisa), Trattatisti e teorici della politica fra Riforma e Controriforma.

Ore 15.30

VINCENZO GUERCIO (Università di Bergamo), I diversi volti dell’arroganza del potere fra Torelli e De ‘ Dottori.

ANNA CERBO (Istituto Orientale di Napoli), Libidine, angoscia e crisi di identità nella let­teratura italiana meridionale di tardo Rinascimento.

MAURO SARNELLI (Università di Sassari), «Cupidigia di regnar», «colpa» dei sensi e ten­sioni iperclassiciste nell‘Ippanda di G. B. Alberi.

Ore 21.00 Teatro Politecnico (Via Tiepolo, 13/A)

Prima rappresentazione dell’Ippanda di G. B. Alberi. Regia di MARIO PROSPERI.

Sabato 7 ottobre

Ore 10.00

GIORGIO MELCHIORI (Università di Roma), La ferocia del tiranno e l’innocenza della vitti­ma: Shakespeare a Roma, ovvero l’ambiguità manierista.

Seminario: Nobili donne vittime della violenza, LUCIANO ALBERTI presenta scene dal “Tradi­mento per l’onore” di G. A. Cicognini.

Incontro con il regista e gli attori dell‘Ippanda

Ore 15.30

JOSEP LLUIS SIRERA (Università di Valencia), Sin esperanza y vencidos: sobre algunos per­sonajes y algunas tragedias española del Qui­nientos.

FELIPE PEDRAZA JIMENEZ (Università di Madrid), Sexo y poder en el primer Lope de Vega (1583­-1604).

ROBERTO DE POL (Università di Genova), “Della sua colpa si lava col nostro sangue!”: la sconfessione di consigliere ed esecutore nella tragedia slesiana.

Ore 21.00 Teatro Politecnico

Replica dell’Ippanda.

Domenica 8 ottobre

Ore 10.00

CATERINA VOLPI (Università di Roma), Femmes Fortes e Femmes Fatales, l’immagine della donna nelle collezioni romane del Seicento: una campionatura.

ANDR A GARAVAGLIA (Università di Pavia), La rappresentazione del potere nella cantata italiana del Seicento (con audizioni).

Ore 21.00

Teatro Politecnico

Replica dell’Ippanda.

 

Introduzione di FEDERICO DOGLIO, Presidente del Centro Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale

Questo è il nostro trentesimo convegno internazionale. Un’ espe­rienza sorprendente anche per noi che l’abbiamo vissuta giorno per giorno. È diventato difficile mettere in ordine i ricordi, cominciando dall’antefatto: 1973, partecipo con alcuni colleghi della Facoltà di Magistero di Roma alla presentazione della commedia La Cangiaria, scoperta e pubblicata a Viterbo da uno dei miei assistenti Quirino Galli. La sera, dopo una visita al quartiere medioevale e alla Villa Lante a Bagnaia, il dr. Arieti, presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo, mi invita a progettare iniziative culturali per la città. Riflettendo sugli aspetti architettonici dell’ambiente, suggerisco la nascita di un Centro di studi sul teatro medioevale e rinascimentale, sino allora inesistente. Sorprendentemente la proposta viene accettata.

Nello stesso anno il mio corso universitario aveva per tema le ori­gini della tragedia in Italia, e Galli con alcuni studenti organizza la recita dell’Ecerinis del proto-umanista padovano Albertino Mussato, contemporaneo di Dante, nella traduzione fatta, anni prima, da una giovane, colta latinista che era diventata mia moglie, Lidia Motta.

Dal ’73, dunque, si comincia a pensare concretamente alla costitu­zione del Centro: Comitato Scientifico, contatti con studiosi stranieri, ricerca di giovani registi disponibili per gli allestimenti. Nel ’75 nasce ufficialmente il Centro, sponsorizzato dall’Ente per il Turismo di Viterbo. Alla fine di maggio ’76 inizia il primo convegno “Dimensioni dramma­tiche della liturgia medioevale”, che rimane memorabile per il contribu­to scientifico e interpretativo dei padri benedettini di S. Anselmo e per l’inatteso interesse della critica e del pubblico.

Dal 1976 il Centro ha proseguito la sua ricerca di testi sacri e pro­fani, comici, tragici, pastorali, aristocratici e popolari, individuati in quel grande repertorio della letteratura drammatica creata in Italia dall’XI al XVI secolo, noti solo a pochi studiosi e mai rappresentati da compagnie professionali.

Negli anni viterbesi il Centro conobbe una crescente notorietà, tanto che, nel 1983, la Societé pour l’étude du Théâtre Médiéval scel­se Viterbo come sede per il suo IV Colloquio. Vi parteciparono più di sessanta studiosi di ogni parte del mondo e la risonanza culturale dell’evento fu notevolissima. Anche se l’Ente per il Turismo aveva dovu­to lasciare all’Amministrazione Provinciale il patrocinio del Centro, per alcuni anni il sostegno alle nostre iniziative (convegni, seminari­laboratori, attività editoriali) continuò. Purtroppo, dopo aver celebrato il decennale, la situazione politica mutò radicalmente (i nuovi eletti dichiararono che l’attività del Centro non portava voti, quindi non era il caso di sovvenzionarla).

Così nell’86, con il sostegno del Ministero dello Spettacolo, cominciammo ad operare a Roma. Continuammo le riscoperte e le proposte sceniche, gli Atti dei convegni ed i testi rari riediti si diffusero in alcu­ne università europee e si moltiplicarono gli inviti a tenere corsi e semi­nari corredati dai video dei nostri spettacoli.

La terza fase iniziò nel ’93, quando un assessore alla cultura della città di Anagni invitò il Centro ad agire negli spazi medioevali di quell’antico centro – anch’esso, come Viterbo, legato alla storia del papato. Fu un incontro, prudente da parte nostra, ma caloroso ad opera dei poli­tici anagnini. Già nel ’94 ci si chiede di estendere l’ambito della nostra presenza cittadina, nasce così il I Festival internazionale del Teatro Medioevale e Rinascimentale, unico in Europa. Da allora il convegno viene incastonato nel corso del Festival. Ancora successi ed apprezza­menti in Italia ed all’estero. Ma, ancora una volta, la situazione politica cambia e l’attività del Centro non interessa più la nuova Giunta. Così, nel 2001, superata la delusione, dovemmo effettuare di corsa il nostro ritorno a Roma ed organizzare il XXV convegno.

Da allora siamo qui e con quest’anno, credo, si concluderà questa nostra appassionante e travagliata vicenda.

Ora, dopo i ricordi, due parole per illustrare questo nostro incon­tro. Il convegno, come i precedenti, affronta un problema grave e pur­troppo sempre attuale; i relatori, seguendo uno schema collaudato, illu­strano il tema presente in alcuni celebri testi della letteratura classica. Sono studiosi insigni, ben noti anche per il loro interesse verso il tea­tro rappresentato, così come i loro colleghi che presenteranno le opere significative delle diverse letterature europee.

Come sempre verranno offerti importanti riscontri del tema del convegno in opere d’arte figurativa e nelle coeve forme musicali.

Lo spettacolo scelto per illustrare il tema è stato realizzato su un testo da me scoperto nei miei ormai remoti anni milanesi, nel ’48, quando preparavo la tesi, discussa con Mario Apollonio, da un libraio antiquario che mi consentì di far copiare a macchina (non esistevano le fotocopiatrici!) questo ed altri testi rari che pubblicai poi in volume e che ho avuto il privilegio di veder rappresentati dal Centro.

Oggi il testo integrale dell’Ippanda è nelle vostre mani, domani assisterete alla riduzione fatta da Mario Prosperi e dai suoi giovani attori nel Teatro Politecnico.

Mi auguro che queste giornate siano fruttuose, grazie ai relatori, agli attori, per gli scambi di informazioni e di esperienze, soprattutto a vantaggio dei giovani studiosi, il cui numero è sempre più esiguo, ma sui quali si poggiano le nostre residue speranze.

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