Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale dello Spettacolo dal Vivo – Direzione Generale per i Beni Librari gli Istituti Culturali e l’Editoria
XXIX Convegno Internazionale
GUERRE DI RELIGIONE SULLE SCENE DEL CINQUE-SEICENTO
Roma, 6-9 Ottobre 2005
CENTRO STUDI SUL TEATRO MEDIOEVALE E RINASCIMENTALE
PROGRAMMA
Giovedì 6 ottobre
Ore 10.00 Sala Costantiniana
Introduzione del prof. Federico Doglio Presidente del Centro Studi
MANLIO SIMONETTI (Università di Roma), Aspetti dell’intolleranza religiosa nel mondo antico tra ebrei e cristiani.
GRADO GIOVANNI MERLO (Università di Milano), Le crociate interne alla cristianità nel Medio Evo.
Seminario: QUIRINO GALLI, Ezzelino figlio di Satana contro i cristiani (con proiezione).
Ore 15.30
Seminario: FRANCO MOLÈ, Guerre di conquista e conversioni nella Rappresentazione di Lorenzo dei Medici (con proiezione).
CORINNE LUCAS (Università di Parigi), Irene di Vincenzo Giusti (1579) o la tragedia del nemico inesistente.
CARLA PERRONE CAPANO, Per una lettura dell’Irene di Vincenzo Giusti.
RENZO CREMANTE (Università di Pavia), La guerra d’Oriente nella tragedia italiana del Cinquecento: Il Bragadino di Valerio Fuligni e dintorni.
Ore 21.00 Teatro Politecnico (Via Tiepolo, 13/A)
Prima rappresentazione de Il Bragadino di V. Fuligni. Regia di GIUSEPPE ROCCA.
Venerdì 7 ottobre
Ore 10.00
GIULIO FERRONI (Università di Roma), Tra Tasso e Bruno: riflessi delle guerre di religione in alcuni scrittori italiani.
Incontro con il regista e gli attori de Il Bragadino.
Ore 15.30
LUIGI MEZZADRI (Università Gregoriana), Le guerre di religione in Francia: 1562-1598.
FRANCESCO GIACONE (Università di Roma), La tragédie du Sac de Cabrière (1566) ovvero la tragedia dei Valdesi di Provenza.
DAVID BRYANT (Università di Venezia), La celebrazione della vittoria in musica a Venezia. Cerimonie di stato tra chiesa e palazzo e interferenze fra politica e teatro (con audizioni).
Ore 21.00 Teatro Politecnico
Replica de Il Bragadino.
Sabato 8 ottobre
Ore 10.00
MARIE-MADELEINE FRAGONARD (Università di Parigi), Représenter les forces collectives de la guerre dans un certain
nombre de pièces de la fin du XVI siècle.
MICHELE OLVARI (Scuola Normale di Pisa), Il problema della guerra agli eretici nel teatro e nell’opinione pubblica spagnoli fra Cinque e Seicento.
RICARD SALVAT (Università di Barcellona), Presenze e assenze delle guerre di religione nel teatro del Secolo d’Oro.
Ore 15.30
MARIA GRAZIA PROFETI (Università di Firenze), Tipologia dei conflitti di religione nel teatro spagnolo dei Secoli d’Oro.
FRANCO MARENCO (Università di Torino), Fondamentalismo e antifondamentalismo nel teatro inglese del Cinque-Seicento.
ALBERT MEIER (Università di Kiel), La Germania che aspira alla pace: guerre di religione nel teatro del Cinque-Seicento.
Ore 21.00 Teatro Politecnico
Replica de Il Bragadino.
Domenica 9 ottobre
Ore 10.00
GIORGIO TAGLIAFERRO (Università di Venezia), Martiri, eroi, principi e beati: i patrizi veneziani e la pittura celebrativa nell’età di Lepanto.
CLAUDIO BERNARDI (Università di Brescia), Il corpo spezzato. Conflitti e riti di pace per la festa del Corpus Domini nell’Europa della Riforma.
FEDERICO DOGLIO, Conclusioni e prospettive.
Ore 21.00 Teatro Politecnico
Replica de Il Bragadino.
Introduzione di FEDERICO DOGLIO
Il tema di quest’anno può apparire ispirato da una triste, ricorrente condizione dell’umanità ritornata tragicamente attuale in diversi paesi del mondo. In realtà il tema era stato scelto da tempo perché ritenuto degno di essere illustrato in uno dei nostri convegni, come contributo alla conoscenza della società europea del passato e delle sue forme drammatiche; ora possiamo tentare di approfondirlo con una maggiore sensibilità, analizzando le manifestazioni artistiche che, fra Cinque e Seicento, lo illustrarono ed interpretarono.
Come è tradizione dei nostri convegni, studiosi di diverse discipline offrono una panoramica delle condizioni politico-sociali e religiose che sfociarono in quei conflitti, dapprima nell’ambito della cristianità poi nei confronti dell’invadenza minacciosa dell’impero ottomano. Contestualmente, gli storici delle letterature drammatiche europee descrivono le opere più significative che portarono in scena quei conflitti. Infine, come sempre, vengono analizzate opere d’arte figurativa e composizioni musicali che testimoniano l’influsso che quegli avvenimenti ebbero sulla creatività degli artisti del tempo.
Questa, della testimonianza che l’arte offre sugli eventi storici della sua epoca, è questione complessa e controversa. Infatti, ogni espressione artistica può illustrare in modi e con linguaggi diversi i fatti notevoli del proprio tempo. Nel caso specifico, la concezione estetica alla fine del Rinascimento era tuttora dominata dalla tradizione classicistica ispirata alla ‘Poetica’ di Aristotele, quindi, soprattutto per quanto riguarda la composizione drammatica, era prevalente l’influsso dei grandi modelli antichi.
Un autore che si impegnava su temi nobili ed alti come quelli tragici era ovviamente portato a trasfigurare gli eventi trasferendoli in una suggestiva lontananza o conferendo loro una valenza poetica, corredata da potenzialità concettuali, allegoriche, parenetiche.
In particolare, per quanto attiene alla produzione drammatica italiana della fine del’500 e l’inizio del ‘600, gli autori tragici, coerenti con la tradizione culturale dominante, s impegnano a rappresentare personaggi e fatti noti della storia del loro tempo, conferendo loro una dimensione grandiosa, prospettata in un’aurea poetica.
L’esempio che viene facile citare a questo proposito è La Reina di Scotia (1591-1628) del poeta astigiano Federico Della Valle. Come è noto, Maria Stuarda venne giustiziata il 1587, quindi il nostro autore, operando nella corte torinese dei Savoia, nel raggio d’influenza della politica e della cultura spagnola anti-inglese e cattolica, fu indotto a celebrare la morte recente della regina, con un componimento tragico di nobile fattura poetica concepito per una rappresentazione di corte, che trasfigurava la sua figura in quella di una martire cristiana.
Sull’altro versante della produzione drammatica, quella che alimentava invece le rappresentazioni allestite dalle compagnie professionali, troviamo ‘tragicommedie’ ed ‘opere regie’ che offrivano al pubblico popolare versioni avventurose e romanzesche di avvenimenti e di personaggi storici del tempo.
La creazione di testi drammatici che si proponessero di rappresentare fedelmente, senza amplificazioni epiche o degradazioni cronachistiche, episodi e protagonisti della storia contemporanea costituiva un’eccezione; la cronaca doveva dunque essere trasfigurata per poter essere ammessa nel territorio aulico della tragedia.
Perseguendo il nostro – ormai trentennale – impegno di presentare al pubblico di oggi testi significativi dei secoli passati, ignoratio dimenticati, la ricerca di un testo attinente il tema del nostro convegno ha individuato l’opera di un autore vicentino (così dichiarano alcune fonti): Valerio Fuligni, di cui si hanno scarse notizie. L’opera è Il Bragadino, composta nel 1589, alcuni anni dopo il tragico episodio della strage di Famagosta perpetrata dai Turchi (1571), per reagire all’assenza di opere drammatiche ispirate all’evento che lo rappresentassero realisticamente, fedelmente. Infatti la tragedia costituisce un’autentica novità, costruita su testimonianze d’epoca si presenta come una drammatica ‘radiocronaca’ effettuata dagli stessi personaggi storici, vittime o superstiti.
Ho voluto ricordarvi il tema dell’assenza o della scarsità di opere ‘realistiche’ nel nostro pur ricco repertorio, perché credo sia un argomento degno di ulteriori approfondimenti. Comunque, il nostro convegno ci offrirà la possibilità di effettuare utili confronti con la produzione drammatica di carattere storico di altre nazioni europee.
Il convegno, come avviene da alcuni anni, ospita nel suo ambito un seminario, illustrato da alcuni registi che hanno diretto spettacoli per il Centro Studi negli scorsi anni. Ogni volta il seminario vuole offrire ai convegnisti alcuni esempi di spettacoli, su temi affini a quello del convegno, che vennero videoripresi e registrati e che costituiscono, nel loro insieme (45 titoli), la più ricca videoteca di spettacoli antichi esistente in Europa.
Nel contesto del convegno, come vedete in questa stessa sala, viene allestita una Mostra, arricchita dalle pubblicazioni edite a cura del Centro, e fra queste i volumi degli Atti dei convegni precedenti e le ristampe dei testi introvabili degli spettacoli rappresentati.
Ora, mentre concludo ringraziando i relatori, italiani e stranieri, che animeranno il convegno, spero che i giovani borsisti, ospiti del Centro, facciano tesoro delle relazioni, dei testi ricevuti e dello spettacolo cui assisteranno per poter continuare, ciascuno a suo modo, la nostra ricerca alla riscoperta e riproposta dell’antico teatro.