MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI – DIREZIONE GENERALE DELLO SPETTACOLO DAL VIVO – DIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI GLI ISTITUTI CULTURALI E L’EDITORIA
XXXII Convegno Internazionale
FORTUNA EUROPEA DELLA COMMEDIA DELL’ARTE
Roma, 2-5 ottobre 2008
CENTRO STUDI SUL TEATRO MEDIOEVALE E RINASCIMENTALE
PROGRAMMA
Giovedì 2 ottobre Salone del Palazzo RAS-ALLIANZ
Ore 15.30
Introduzione del prof. FEDERICO DOGLIO, Presidente del Centro Studi
GIANNA PETRONE (Università di Palermo), Euschime. La gestualità nel teatro latino.
ANNA MARIA TESTAVERDE (Università di Bergamo), I tanti Convitati di pietra all’ombra di Molière.
RENZO GUARDENTI (Università di Firenze), Varietà di forme spettacolari: l’esempio della seconda Comédie Italienne.
Ore 21.30 Teatro S. Genesio (via Podgora, l)
“Il convitato di pietra” di DOMENICO BIANCOLELLI. Compagnia del Teatro Scientifico di Verona. Regia di LUCA CASERTA.
Venerdì 3 ottobre (Teatro S. Genesio)
Ore 10.00
Seminario: Ritmi del comico dalla Cortigiana a La pazzia di Isabella, scene degli spettacoli illustrate dai registi: MARIO PROSPERI e GIOVANNA CASERTA
Incontro con il regista e gli attori del “Convitato di pietra”.
Ore 16.00
IRENE ROMERA PINTOR (Universitat de Valencia), La impronta española en la nueva via gozziana: “Cimene Pardo “, de la “Commedia dell’arte” al drama.
CARLO LANFOSSI (Università di Milano), Sulle tracce del mito operistico di Elisabetta I: La Regina Floridea dai canovacci italiani ai palcoscenici inglesi (con audizioni).
Ore 21.30 Teatro S. Genesio (via Podgora, l)
“Il convitato di pietra” di DOMENICO BIANCOLELLI. Compagnia del Teatro Scientifico di Verona. Regia di LUCA CASERTA.
Sabato 4 ottobre Teatro S. Genesio
Ore 10.00
Stage: Forme del comico in età barocca.
GIULIO FERRONI (Università di Roma – La Sapienza)
QUINTO MARINI (Università di Genova)
FRANÇOISE DECROISETTE (Universitè de Paris), Tracce della Commedia dell’Arte nel Festin de Pierre di Thomas Corneille.
Ore 16,00
SIRO FERRONE (Università di Firenze), Shakespeare, Scaramouche, Arlecchino, Molière. Sulla tradizione europea della Commedia dell’Arte.
MARIAINES ALIVERTI (Università di Pisa), Copeau e la Commedia dell’Arte.
Ore 21.30 Teatro S. Genesio (via Podgora, l)
“Il convitato di pietra” di DOMENICO BIANCOLELLI. Compagnia del Teatro Scientifico di Verona. Regia di LUCA CASERTA.
Domenica 5 ottobre Teatro S. Genesio
Ore 10.00
DANIELE VIANELLO (Università della Calabria -UNICAL), Maschere e Commedie all’italiana in area tedesca del XVI secolo.
MARIA PIA PAGANI (Università di Pavia), Una ventata d’Occidente per il teatro russo.
FEDERICO DOGLIO, Conclusioni.
Ore 21.30 Teatro S. Genesio (via Podgora, l)
“Il convitato di pietra” di DOMENICO BIANCOLELLI. Compagnia del Teatro Scientifico di Verona. Regia di LUCA CASERTA.
Introduzione di FEDERICO DOGLIO, Presidente del Centro Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale
Questo nostro XXXII Convegno si svolge in un momento particolarmente difficile ed incerto per la vita politica, sociale, culturale del nostro Paese. Ed è motivo di imbarazzo per me, che l’ho ideato e programmato, pensare che questa nostra azione di promozione artistica e culturale in una città come Roma oggi appaia a molti come superflua e anacronistica.
Che sia un’azione controcorrente è indubbio. In un tempo come il nostro in cui prevalgono sui mezzi di comunicazione, dalla tv alla stampa, gli spazi dedicati a personaggi, avvenimenti ed immagini capaci di attirare l’attenzione e di destare la curiosità più corriva delle masse scarsamente acculturate, in un tempo come il nostro dunque insistere, come facciamo da quasi trentacinque anni, a proporre temi e testi significativi della nostra storia medioevale, umanistica, rinasci mentale e qualche volta anche barocca, grazie al “veicolo” del nostro teatro dimenticato, sembra a molti paradossale.
Tuttavia chi, come gli studiosi che in Italia ed all’estero hanno collaborato e collaborano da anni con noi, crede che la storia del teatro drammatico sia insieme specchio e rivelazione della vita civile dell’Europa, tuttora stimolante per l’intelligenza critica dei fatti e per la comprensione dei gusti, dei pensieri e dei sentimenti delle generazioni che ci hanno preceduto, continua a richiederci di continuare nel nostro faticoso itinerario di ricerca, di proposta di temi inusuali, di riscoperta e presentazione scenica di testi di rilievo letterario ed artistico ingiustamente dimenticati.
D’altronde la vita del Centro Studi, fin dal 1975, dopo l’iniziale periodo viterbese, durante il quale la sua nascita ed il primo sviluppo destarono grande interesse e rilievo anche sul piano internazionale, questa vita è stata travagliata dalle incomprensioni. Da Viterbo, dove – dopo dieci anni di intensa attività – assunse il potere una modesta e miope classe politica che abbandonò il Centro dicendo che la nostra attività non apportava voti, a Roma dove, nonostante la pluralità delle iniziative artistico-culturali della metropoli, il Centro visse altri dieci anni positivi, ricchi di riconoscimenti ottenendo il sostegno del Ministero dello Spettacolo, fino ad Anagni, dove, invitati nel ’96 ad operare a tutto campo, realizzammo, oltre il nostro annuale Convegno corredato dallo spettacolo, il I Festival del Teatro Medioevale e Rinascimentale con vivaci scambi culturali ed artistici da vari paesi d’Europa e molto interesse nel pubblico fino nel 200l, quando un ricorrente mutamento della politica cittadina ci costrinse a ritornare, fortunosamente, ad operare a Roma.
Molte le esperienze positive ed i riconoscimenti per il lavoro svolto nella ricerca, per l’originalità dei temi dei Convegni, per le edizioni dei testi rari ignorati dai più, per gli Atti dei Convegni tempestivamente pubblicati grazie alla volitiva, instancabile Myriam Chiabò, per la videoteca unica in Europa, che documenta questi spettacoli rappresentati dopo secoli d’oblio, registrazioni da cui abbiamo attinto per le tante lezioni effettuate nelle prestigiose università dei principali paesi europei.
Tuttavia, ora, la crisi è evidente: come dicevo, osserviamo ogni giorno l’indifferenza della stampa, o meglio l’attuale impossibilità dei critici, in altri tempi prodighi di servizi ed interviste, di pubblicare anche solo una nota nella pagina degli spettacoli, ormai interamente dedicate alle avventure o ai pettegolezzi eclatanti sui divi e le divette del cinema e delle tv. Soprattutto immalinconisce l’assenza di un numeroso pubblico qualificato che, fino a qualche anno fa, assiepava le sale dei nostri Convegni, così come l’assenza degli insegnanti (anche nei giorni liberi), degli studenti universitari, di molti colleghi, della gente di teatro. Questo dimostra che la nostra utopia, quella che ci aveva animato all’inizio, di riproporre al pubblico colto, ai direttori dei teatri stabili, ai registi, esemplari di spettacoli degni di essere ripresi con ben altri mezzi che i nostri, è fallita.
Nella confusione generale che investe anche le nostre università si è affievolita la speranza di “allevare” giovani studiosi alla ricerca ed alla pubblicazione di testi drammatici dal Medio Evo al Barocco che, innumerevoli, giacciono sepolti nelle biblioteche.
Ci consola, tuttavia, pensare che alcuni dei nostri collaboratori, laureati o borsisti, invitati anni fa ai nostri Convegni, sono riusciti a pubblicare i loro studi e persino ad occupare meritatamente qualche cattedra universitaria, come qui testimoniano con la loro attiva presenza le colleghe Testaverde e Pagani.
Infine, a concludere questo sommario bilancio, incombe la crisi finanziaria che ha ridotto drasticamente le sovvenzioni statali alle associazioni, come la nostra, senza fini di lucro e non sorrette da sponsor privati: ne deriva la crescente difficoltà di sopperire alle spese che comportano i Convegni e gli spettacoli, l’edizione dei testi e degli atti, le videoregistrazioni degli spettacoli, benché i collaboratori del Centro non percepiscano alcun compenso.
Prevale dunque la sensazione che la lunga parabola del Centro sia ormai conclusa e che questo sia forse l’ultimo Convegno della serie. Tuttavia non posso certo eludere il dovere di illustrare brevemente i caratteri di questo nostro incontro.
Come avete letto nel pieghevole del programma, il Centro ha ripreso le ricerche che, nel 1995, consentirono l’allestimento del XIX Convegno “Origini della Commedia Improvvisa o dell’Arte” con la partecipazione di alcuni importanti studiosi, italiani e stranieri, convegno che fu illustrato da una vivacissima rappresentazione della “Pazzia di Isabella”, canovaccio di Flaminio Scala integrato da Ezio Malia Caserta, che diresse l’opera al Teatro Ateneo dell’Università “La Sapienza”, dove si svolse il Convegno. Il ricordo di quell’autore e regista, un amico che aveva collaborato egregiamente con il Centro in molte occasioni e che è prematuramente e tragicamente scomparso, il ricordo di quel successo e della brillante interpretazione di sua figlia Isabella, protagonista dell’omonima opera, mi ha indotto quest’anno, in occasione della ripresa del tema al fine di descrivere la sua fortuna europea, ad invitare nuovamente il Teatro Scientifico di Verona, questo gruppo familiare di attori che riproduce attualmente la formazione tipica delle antiche, gloriose compagnie dell’Arte, ad allestire, con la regia di Luca, figlio di Ezio e Giovanna Caserta, il canovaccio del Biancolelli “Il convitato di pietra”.
Il tema del Convegno, che come sempre inizia con un richiamo alle antiche esperienze sceniche della drammaturgia greco-latina e che quest’anno la collega Petrone evocherà, rivelandoci i segreti della gestualità nell’oratoria e nel teatro dell’età latina, sarà messo a fuoco da alcuni relatori come A. M. Testaverde, R. Guardentie, F. Decroisette, che descriveranno gli intrecci, i prestiti, le contaminazioni fra i canovacci che realizzarono i comici dell’Arte al culmine del loro successo in Francia ed i loro rapporti con i grandi autori del secondo Seicento. Altri, come I. Romera Pintor per l’area spagnola e D. Vinello per quel la tedesca descriveranno l’estensione di quel successo nei due paesi, mentre Siro Ferrone raccoglierà le fila di quel complesso tessuto di relazioni e C. Lanfossi ci offrirà l’ascolto di musiche di compositori inglesi ispirate ad alcuni canovacci italiani che alludevano alla vita di Elisabetta I.
Infine, I. Aliverti e M. P. Pagani ci ricorderanno l’influsso stimolante che l’eredità della Commedia dell’Arte ebbe su registi prestigiosi del primo Novecento, come Copeau ed i grandi maestri russi.
Alcune pause di approfondimento, come è nella tradizione dei nostri Convegni, intercaleranno la serie delle relazioni: la prima costituita dal dialogo-confronto fra gli studiosi presenti ed il regista e gli attori del testo rappresentato, la seconda sarà il doveroso ricordo di alcuni memorabili precedenti della comicità rappresentata, sulla scorta di videoregistrazioni de “la cortigiana” dell’Aretino, illustrate da Mario Prosperi, che la rappresentò integralmente con successo sull’Aventino del 200l e della già ricordata “Pazzia d’Isabella”, che sarà presentata da Giovanna Caserta, anima e mente del gruppo, che, nonostante un recente grave incidente occorsole, ha voluto essere presente per ricordare a tutti noi una stagione felice.
La terza pausa, al tempo stesso riflessiva e stimolante per la dialettica che sul tema dato “Forme del comico in età barocca” scaturirà dal confronto fra due studiosi di classe come Giulio Ferroni e Quinto Marini affiancati e dialoganti, allargherà il quadro di riferimento alle diverse forme della letteratura barocca europea.
Le relazioni e gli interventi saranno pubblicati negli Atti, entro pochi mesi – come sempre -, lo spettacolo ripreso dalle telecamere diverrà il numero 43 della nostra videoteca.
Così, il lavoro che resta da compiere con il contributo dei borsisti che allestiranno bibliografie critiche dei diversi ambiti illustrati dai relatori, ci impegnerà ancora una volta, allontanando dalla mente, per quanto possibile, il peso delle difficoltà materiali e l’ombra della nostalgia.
Ora, ringraziando anticipatamente i relatori ed i colti spettatori presenti, do inizio ai lavori di questo Convegno.