1985 IX° Convegno di Studi

MINISTERO BENI CULTURALI E AMBIENTALI – UFFICIO CENTRALE PERI BENI LIBRARI E GLI ISTITUTI CULTURALI & AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE VT – ASSESSORATO ALLA CULTURA & REGIONE LAZIO – ASSESSORATO ALLA CULTURA

CETI SOCIALI ED AMBIENTI URBANI NEL TEATRO RELIGIOSO EUROPEO DEL ‘300 E DEL ‘400

VITERBO 30 MAGGIO – 2 GIUGNO 1985

CENTRO STUDI SUL TEATRO MEDIOEVALE E RINASCIMENTALE

 

PROGRAMMA

Mercoledì 29 Maggio

Arrivo dei partecipanti

Ore 17,00 Sala delle Conferenze dell’Amministrazione Provinciale

Proiezione dei filmati degli spettacoli viterbesi su tema reli­gioso (prima parte).

Sala Anselmi

Incontro della Direzione del Centro con il gruppo di ricerca della cattedra di Storia del Teatro di Ludovico Zorzi.

Ore 21,30 Santuario S. Maria della Quercia

Concerto di musiche d’organo eseguite da Paolo Crivellaro, II classificato al I° Concorso Nazionale Organistico «Pro­vincia di Viterbo».

Sala delle Conferenze dell’Amministrazione Provinciale

Proiezione dei filmati degli spettacoli viterbesi su tema reli­gioso (seconda parte).

Giovedì 30 Maggio

Ore 10,00 Sala delle Conferenze dell’Amministrazione Provinciale

Apertura dei lavori

Saluto del Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Vi­terbo A. Antonio Delle Monache, e dell’Assessore alla Cul­tura dell’Amministrazione Provinciale di Viterbo Manuela Morea.

Introduzione ai lavori di Federico Doglio, Direttore del Centro di Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale.

Premiazione dei vincitori del concorso per due borse di studio.

Relatori

ROBERTO RUSCONI, La religione dei cittadini: riti, credenze, devozioni.

Ore 16,00

Ripresa dei lavori

MASSIMO MIGLIO, Parola e gesto nella società comunale.

ROBERTO PACCIANI, La città come palcoscenico: luoghi e proiezioni urbane del dramma sacro nella città italiana fra Trecento e Quattrocento.

Ore 21,00 Chiesa di S. Rosa

Concerto di musiche d’organo eseguite da Giovanni Feltrin, vincitore del I° Concorso Nazionale Organistico «Provincia di Viterbo».

Venerdì 31 Maggio

Ore 10,00 Sala delle Conferenze dell’Amministrazione Provinciale

CHIARA FRUGONI, Momenti della vita cittadina nelle rappresentazioni icono­grafiche del Trecento italiano.

LINA BOLZONI, La battaglia dei vizi e delle virtù: testi ed immagini fra Tre-e-Quattrocento.

CLEMENTE TERNI, La musica non ufficiale e il teatro religioso del basso Me­dio Evo.

Ore 16,00

Ripresa dei lavori

FABRIZIO CRUCIANI – RAIMONDO GUARINO, Problemi di teatro nel Laudario di Orvieto, due approcci.

EUGENIO BATTISTI, Le sacre rappresentazioni di Orvieto: commento sulla loro possibile visualizzazione.

Ore 21,00 S. Martino al Cimino (sagrato della chiesa)

Rappresentazione de «Il Miracolo di Bolsena», testo anoni­mo del Laudario di Orvieto, a cura della Cooperativa «Il Ba­raccone», regia di Luigi Tani.

Sabato 1 Giugno

Ore 10,00 Sala delle Conferenze dell’Amministrazione Provinciale

JEAN DUVIGNAUD, Théâtre religieux et comique au XVe siècle.

Tavola rotonda sulla rappresentazione «Il Miracolo di Bolsena» con la partecipazione del regista, dello scenografo e de­gli attori.

Ore 16,00

Ripresa dei lavori

AGOSTINO LOMBARDO, Il teatro e la società nel Medio Evo inglese.

ROBERTA MULLINI – ROSALBA SPINALBELLI, La teatralità del sacro in “The Play of the Sacrament”.

LUIGI QUATTROCCHI, Aspetti parodistici nel teatro religioso tedesco.

Ore 21,00 S. Martino al Cimino (sagrato della Chiesa)

Replica della rappresentazione de «Il Miracolo di Bolsena».

Ore 21,30 Chiesa di S. Maria Nova

Immagini della spiritualità nella poesia italiana – recital di P. Giuranna e C. Puglisi.

Domenica 2 Giugno

Ore 10,00 Sala delle Conferenze dell’Amministrazione Provinciale

JUAN OLEZA SIMO, Del teatro religioso al teatro cortesano. Vinculaciones hispánicas.

MANUEL GIL ESTEVE, Misterio d’Elx.

HENRI REY FLAUD, La crise de la conscience urbaine et le théâtre religieux de la fin du Moyen Age.

Ore 18,00 S. Martino al Cimino (sagrato della Chiesa)

Replica della rappresentazione de «Il Miracolo di Bolsena».

Ore 21,00 Tuscania – Duomo

Concerto di musiche d’organo eseguite da Giovanni Feltrin e Paolo Crivellaro.

 

Introduzione del Prof. Doglio

Confesso di provare in questo momento un vivo senso di compiacimento, misto a una sensazione di incredula meraviglia, nell’inaugurare questo IX Convegno di studi, il Convegno che celebra il X anno di attività del nostro Centro.

Compiacimento per tanto lavoro svolto dagli studiosi, dai registi e dagli attori, dagli organizzatori e dai giornalisti, insom­ma da tutti coloro che hanno lavorato ai nostri fini istitutivi: studiare ed illustrare il valore culturale del patrimonio teatrale del Medio Evo e del Rinascimento europeo, visto dall’osserva­torio italiano; incredula meraviglia di fronte al fenomeno che tutto ciò sia potuto accadere in una città di illustri tradizioni culturali antiche, ma priva di moderne esperienze autorevoli di intraprese culturali a livello nazionale, ad opera di un Centro di studi che non è patrocinato, né condizionato, da un interes­se politico di parte, grazie al lavoro disinteressato (sul piano materiale) di un piccolo gruppo di appassionati, in un tempo come il nostro che, a molti, pare caratterizzato da un materia­lismo pratico, da un edonismo evasivo, da un generico con­formismo.

Che un piccolo gruppo dirigente, prima di un Ente turisti­co, poi di un’Amministrazione Provinciale, abbia compreso e patrocinato il senso e l’indirizzo culturale del Centro, nonostante tutte le difficoltà, tanto da lasciarlo crescere e consolidarsi nel corso di questi dieci anni, a noi che li abbiamo vissuti giorno per giorno, appare certo sorprendente.

La storia della nostra esperienza, dei nostri nove Conve­gni più uno internazionale, caratterizzati dalla presenza di molti fra i più qualificati studiosi del teatro e dello spettacolo euro­peo ed extra-europeo, così come la storia dei nostri spettacoli provocatori e inquietanti pur nella modestia dei mezzi a dispo­sizione, del nostro patrimonio editoriale e filmico che cresce ogni anno, è già stata descritta adeguatamente nel numero speciale della rivista edita a cura dell’Amministrazione Provinciale.

Qui, a me, resta di ricordare con riconoscenza tutti coloro che hanno creduto e credono nel nostro lavoro, nella sua origi­nalità, nel contesto di una vita universitaria e dello spettacolo tanto spesso sofisticata ed estenuata in ricerche ed esperimenti settoriali e post-avanguardistici, ringraziare tutti coloro che han­no condiviso la passione per questo nostro pertinace tentativo di riscoperta e di riproposta, culturale e teatrale, di alcuni mo­menti, memorabili e misconosciuti, della storia dell’arte dram­matica europea.

È una passione che, dopo dieci anni, comincia a diffon­dersi, non solo in Italia, portando ad opera di alcuni colleghi universitari, sensibili all’interdisciplinarietà del fenomeno tea­trale, a un notevole rilancio di ricerche d’archivi, di trascrizio­ni di testi, di documenti sulla storia degli edifici, dei gruppi drammatici, delle diverse fasce di pubblico, ma pure all’estero, dove la Société International pour l’Etude du Théâtre Médié­val, ospite nell’83 a Viterbo, ha forse ricevuto, anche dal no­stro interesse appassionato, nuovo impulso a proseguire a li­vello mondiale, il suo meritorio lavoro di collegamento fra stu­diosi di molti paesi.

Il benefico contagio che questo nostro lavoro diffonde fra gli studiosi ed i giovani ha ricevuto in questi giorni una dimo­strazione quasi commovente per me che, immeritatamente, ne sono la causa: la straordinaria partecipazione di professori di importanti università della Spagna e di numerosi studenti delle stesse università (più di quaranta) che hanno voluto con sacri­ficio personale, dimostrazione di un’autentica passione per la cultura e l’arte italiana, essere con noi. Li ringrazio di cuore, è per me una grande gioia vederli qui, dopo gli incontri dello scorso novembre a Madrid, Salamanca, Valencia, e Siviglia.

La loro presenza potrà generare nuovo impulso al nostro lavoro di ricerca, sull’asse italo-spagnolo, nell’ambito del tea­tro Rinascimentale, e nuove forme di collaborazione da studiare, con gli illustri cattedratici presenti in questi giorni a Viterbo.

Un’altra ragione di soddisfazione è la partecipazione di un gruppo di giovani ma qualificati studiosi dell’Università di Fi­renze, che desiderano proseguire accanto a noi le loro ricerche specialistiche su importanti aspetti del nostro teatro quattro-­cinquecentesco, cui erano stati avviati dall’indimenticabile col­lega Ludovico Zorzi: sono giovani specialisti che certo daran­no contributi significativi.

Il convegno di quest’anno che, come dice il suo titolo, ha orientato le ricerche e le proposte degli studiosi invitati sul ter­reno della storia religiosa civile e sociale, che emerge come ele­mento sostanziale nella vita e nei testi del teatro religioso euro­peo, ricorda un evento «Il miracolo di Bolsena», verificatosi nel ‘200, a pochi chilometri da Viterbo, un evento locale che ha promosso un culto ed una festa cattolica, cioè di tutti i cre­denti nei diversi paesi del mondo, la Festa del Corpus Domini.

L’augurio che in questo decennale io faccio agli ammini­stratori di Viterbo, ai miei collaboratori, agli studiosi e agli uo­mini di spettacolo che collaborano con noi, è: che questo no­stro piccolo centro viterbese possa (nella misura in cui è possi­bile paragonare le piccole cose alle grandi) estendere la sua at­tività ovunque essa sia considerata utile, arricchendosi degli ap­porti, degli entusiasmi, della competenza di tutti coloro che so­no nostri simili in questa passione per un’epoca memorabile della cultura, dell’arte, un’epoca che io credo possa stimolarci anco­ra a credere ai comuni ideali della civiltà europea.

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