1984 VIII° Convegno di Studi

MINISTERO BENI CULTURALI E AMBIENTALI – UFFICIO CENTRALE PERI BENI LIBRARI E GLI ISTITUTI CULTURALI & AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE VT – SSESSORATO ALLA CULTURA & REGIONE LAZIO – ASSESSORATO ALLA CULTURA

ORIGINI DEL DRAMMA PASTORALE IN EUROPA

VITERBO 31 MAGGIO – 3 GIUGNO 1984

CENTRO STUDI SUL TEATRO MEDIOEVALE E RINASCIMENTALE

PROGRAMMA

Giovedì 31 Maggio

Arrivo dei partecipanti

Ore 21,30 Sala delle Conferenze dell’Amministrazione Provinciale

Proiezione de “Uxore cerdonis”.

Venerdì 1 Giugno

Ore 10,00 Sala delle Conferenze dell’Amministrazione Provinciale (Via Saffi)

Apertura dei lavori Saluto dell’Assessore alla Cultura dell’Amministrazione Provinciale di Viterbo Manuela MORERA.

Introduzione ai lavori di Federico DOGLIO, Direttore del Centro di Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale.

Premiazione dei vincitori del bando di concorso per due borse di studio.

Relatori

ALBERTO TENENTI, Figurazione bucolica e realtà sociali.

CESARE VASOLI, Tra mito dell’amore e ritorno all’età dell’oro. Considerazioni sulla cultura del tardo Quattrocento.

Ore 16,00

Ripresa dei lavori

AULO E. GRECO, Il vagheggiamento della natura e dell’amore alle origini del dramma pastorale.

NINO BORSELLINO, Orfeo e Pan. Sul simbolismo della pastorale.

MARZIA PIERI, Le feste cortigiane alla corte aragonese di Napoli e gli inizi della poesia bucolica.

ANTONIA TISSONI BENVENUTI, La fabula satirica e l’Orfeo del Poliziano.

Ore 21,30 Villa Lante (Bagnaia)

Rappresentazione de “La Fabula di Orfeo” di Angelo Ambrogini detto il Poliziano a cura della cooperativa “Il Baraccone”, regia di Luigi TANI.

Sabato 2 Giugno

Ore 9,30 Sala delle Conferenze dell’Amministrazione Provinciale

Prosecuzione dei lavori

Relatori

ELENA POVOLEDO, Tra cultura e realtà teatrale.

NINO PIRROTTA, Problemi musicali di una rappresentazione dell’Orfeo di Poliziano­.

MIA COCCO, Dal sacro al profano: La fabula di Orfeo.

Ore 12,00

Tavola rotonda sulla rappresentazione con la partecipazione del regista, dello scenografo e degli attori.

Ore 16,00

Ripresa dei lavori

EMILIO BIGI, Semplicità pastorale e grazia cortigiana nel “Tirsi” del Castiglione.

FRANCA ANGELINI, Su alcune “rozze” pastorali.

MAUDA BREGOLI RUSSO, Storia della pastorale ferrarese nei secoli XV, XVI e XVII.

GIOVANNA ROMEI, Leone de Sommi e la pastorale. Teoria, testo e scena.

Ore 21,30 Villa Lante (Bagnaia)

Rappresentazione de “La fabula di Orfeo” di Angelo Ambrogini detto il Poliziano a cura della cooperativa “Il Barac­cone”, regia di Luigi TANI.

Sala delle Conferenze dell’Amministrazione Provinciale

Proiezione de “Le jeu de Robin et de Marion” di Adam de la Halle allestito da “L’Ensemble Perceval” di Parigi, produzio­ne della Radiotelevisione della Svizzera Italiana (1980).

Domenica 3 Giugno

Ore 10,00 Sala delle Conferenze dell’Amministrazione Provinciale

Prosecuzione dei lavori

ENEA BALMAS, La ricezione del tema di Orfeo nella drammaturgia classica francese.

FRANCISCO LÒPEZ ESTRADA, La comedia pastoril en España.

GIUSEPPE MAZZOTTA, Il dramma pastorale inglese: Sir Orpheus.

Ore 17,30 Villa Lante (Bagnaia)

Rappresentazione de “La fabula di Orfeo” di Angelo Am­brogini detto il Poliziano a cura della cooperativa “Il Barac­cone”, regia di Luigi TANI.

 

Introduzione del Prof. Doglio

Gentili ospiti ed egregi colleghi, è con vivo senso di soddisfazio­ne che, anche quest’anno, diamo inizio ai lavori di questo, ormai tra­dizionale, convegno, promosso dal nostro Centro di Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale, con l’appoggio della Regione Lazio e dell’Assessorato alla cultura della Provincia di Viterbo.

La soddisfazione è data dalla consapevolezza che, nonostante tutte le difficoltà (difficoltà causate dal ritmo convulso e al tempo stesso instabile della vita pubblica del nostro paese, dalle sue molte contraddizioni e dai troppi tenaci contrasti), l’interesse per questa nostra iniziativa artistica e culturale, unica in Italia, riesce a prevale­re, a coinvolgere i responsabili della vita politica, gli studiosi, gli operatori dello spettacolo e dei mezzi di comunicazione sociale, la parte più sensibile del pubblico cittadino, e quei turisti colti che ven­gono a Viterbo, ogni anno, proprio in questa circostanza.

È questo il nostro nono appuntamento, comprendendo nel conto anche il Colloquio internazionale dello scorso anno, che ha vi­sto presenti a Viterbo studiosi di vari paesi del mondo e gruppi tea­trali provenienti dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra e dalla Spagna (ol­tre quello italiano).

Quest’anno, dopo le multiformi esplorazioni, effettuate la scor­sa estate, sull’intero contesto delle forme drammatiche medioevali d’Europa, ritorniamo alla nostra metodica esplorazione – illustrazio­ne dei “generi” drammatici e delle forme di spettacolo della nostra tradizione teatrale.

Molti dei presenti conoscono l’obiettivo che ci siamo posti e che stiamo coerentemente perseguendo, anno dopo anno: la riproposta appunto delle forme drammatiche realizzate, durante il Medioevo e il Rinascimento, nei diversi ambienti, religiosi e laici, colti e popola­ri, del nostro paese, illuminandole con i contributi specialistici dei maggiori studiosi italiani e stranieri del settore, e con la proposta sce­nica di un esemplare spettacolo, che al tempo stesso è verifica di una tradizione drammaturgica significativa e collaudo della sua attuale persistente vitalità. Questo col duplice fine di dare l’avvio a nuovi studi sul teatro e sui contesti storico-culturali dei fenomeni artistico-­letterari costituiti dai “copioni” degli spettacoli e, nello stesso tempo, responsabilmente incrementare il repertorio dei nostri teatri profes­sionali, oggi troppo spesso occasionali, o genericamente caratterizzati da testi classici approssimativamente rivisitati, o condizionati in parte da presenze divistiche di dubbia sostanza ma di facile richia­mo, indotto dalla notorietà acquisita grazie alle trasmissioni tv.

La consistenza ed i caratteri del lavoro svolto in questi scorsi an­ni (siamo ormai prossimi al decennio!), sono, come molti di loro sanno, ben rappresentati dai volumi degli Atti, che raccolgono le re­lazioni lette nel corso dei nostri convegni (e che sono ormai diventati libri di consultazione o di testo in alcune università e centri di studio), come pure dalla cineteca, che è costituita dai filmati (16″ a colori) degli spettacoli rappresentati a Viterbo, una cineteca, nel suo genere, unica nel mondo e che interessa (come dimostrano gli inviti che regolarmente giungono al Centro) quale materiale didattico si­gnificativo e provocatorio sulle forme del teatro (recitazione, costu­me, musica, ecc.) medioevale e rinascimentale, utilizzabile per semi­nari, dimostrazioni e dibattiti in centri teatrali di vari paesi europei ed extra-europei.

Il metodo di lavoro che abbiamo seguito, per l’ideazione e l’organizzazione dei nostri convegni, è sempre lo stesso: l’individuazione di un testo drammatico significativo e rappresentativo di un momen­to storico-culturale della nostra vita (che è stata per secoli vita euro­pea o di modello all’Europa), che da troppo tempo è stato ignorato o dimenticato dai nostri operatori teatrali e che, al più, ha interessato sinora una cerchia di specialisti.

Il recupero scenico di questo testo, considerato dunque come elemento prezioso del nostro patrimonio artistico ingiustamente dimenticato, promuove la ricerca e l’invito alla collaborazione offerta ai migliori studiosi delle diverse discipline atte ad illuminare la storia politica e culturale del tempo in cui questo testo è stato prodotto e rappresentato.

I contributi dei diversi specialisti di settore, che da varie parti illuminano l’intelligenza critica del fenomeno, avviano la retta comprensione dello spettacolo che, con assidua riflessione e preparazio­ne, un gruppo di qualificati operatori teatrali allestisce per l’occasio­ne del Convegno, come un saggio che dovrà avere poi, dopo il col­laudo viterbese, la sua vita autonoma in diverse “piazze” italiane.

È il caso di questo Orfeo del Poliziano che, dopo cinquecento ann i dalla sua prima probabile rappresentazione alla corte manto­vana dei Gonzaga, riappare, magicamente evocato, nello splendido giardino rinascimentale di Villa Lante a Bagnaia.

La presenza al convegno di quest’anno di alcuni fra i maggiori specialisti delle forme drammatiche e rappresentative della “pastora­le”, esaminate in Italia e nei principali paesi europei: Francia, Inghil­terra e Spagna, darà allo spettacolo il suo necessario sfondo autore­vole e consentirà a tutti noi una migliore intelligenza del fenomeno artistico.

L’incontro fra studiosi ed operatori dello spettacolo, che è un’al­tra peculiarità dei nostri convegni viterbesi, offrirà agli interlocutori e a tutto il pubblico l’occasione per riflettere utilmente sulla vitalità del testo-spettacolo recuperato.

Con questo stato d’animo curioso ed appassionato, ringrazian­do sin d’ora gli illustri relatori, gli operatori dello spettacolo, i critici e il pubblico presente, iniziamo i lavori di questa prima giornata.

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